VACANZA E VENDETTA - Parma Trasgressiva

VACANZA E VENDETTA - Parma Trasgressiva


Dopo l'ennesima scappatella che, giurava mio marito Andrea, sarebbe stata l'ultima, alla mia sfuriata, più decisa del solito, quello che doveva essere l'amore della mia vita decise di farsi perdonare offrendomi una settimana di totale relax alle Bahamas, dove sperava di ritrovare quell'armonia che troppe volte, e tutte per causa sua, aveva rovinato. E pensare che sono una donna per la quale molti farebbero carte false, nel pieno dell'età, con i miei trentacinque anni, in forma come nemmeno a venti ero, sempre curata e impeccabile, oltre che, a letto, decisamente ispirata... In passato avevo avuto le mie avventure, nelle quali le pazzie in camera da letto non le risparmiavo di certo, e tutto quello che volevo sperimentare l'avevo provato, fino a quando non incontrai Andrea, per il quale misi la testa a posto, trasformandomi in una piccola ninfomane insaziabile solo quando lo chiedeva lui.
Ero ancora molto ferita per la sua ultima avventura, ma non riuscivo proprio a lasciarlo, ne ero quasi dipendente, il suo ascendente su di me era davvero altissimo e mai potevo immaginare un futuro senza di lui, così, quando mi propose questa ennesima fuga d'amore pensai che fosse cambiato e, nonostante tutto, accettai di partire con lui, nella speranza di ritrovare quello svago che ormai pareva perduto. Dopo un viaggio turbolento, che non aveva fatto altro che aumentare i dubbi su questa vacanza, devo ammettere che rimasi stupita dal nostro resort, lussuoso come mai ne avevo visti; Andrea è un ingegnere piuttosto in gamba e il denaro certo non gli manca, ma ebbi l'impressione che la struttura fosse eccessiva anche per le sue possibilità economiche, al punto che il mio stupore era un po' offuscato dal dubbio che potessimo effettivamente permetterci di soggiornare in quel posto, dallo stile caraibico e dal numeroso personale impeccabile e servizievole, come ebbi modo di constatare più avanti...
La prima sera mi sembrava davvero di vivere un sogno ad occhi aperti: benvenuto con un cocktail, cena romantica a base di pesce freschissimo, passeggiata sulla spiaggia e infine rientro nel nostro raffinatissimo bungalow, finalmente pronti per... dormire! Eh già, Andrea crollò quasi subito sul letto, lasciandomi sola soletta, con la magia che d'un tratto era svanita, la voglia di un po' di romanticismo idem e con quella rabbia latente nei suoi confronti che mi portavo dietro da Milano: insomma, ero sveglia, vogliosa e anche ancora molto in collera con mio marito per la sua ultima avventura, così decisi che il suo jet lag sarebbe stata la sua rovina, decisi che quella sera avrei tirato di nuovo fuori il mio lato birichino.
Per la verità, non ci misi molto a trovare quello che faceva per me, lo avevo già intravisto nel pomeriggio mentre sistemava il prato davanti alla reception: altissimo, di carnagione scura, con dei corti dreadlock che, come aghi di un porcospino, spuntavano dalla testa, un fisico da urlo e un sorriso abbagliante, sembrava un modello più che un giardiniere, un boccone troppo goloso per lasciarmelo scappare, così decisi, quando lo notai al bar, leggermente in disparte intento a rilassarsi, di partire alla carica e sfoderare da subito la mia aria da turista annoiata pronta a tutto... È vero, la benestante donna bianca che seduce e porta a letto l'inserviente di colore è uno dei cliché più banali che possa esistere, ma non mi importava, anzi, mi sembrava di seguire un copione già scritto, il che mi facilitò molto il compito, togliendomi un po' di ruggine di dosso. Edward, così si chiamava il ragazzo, si dimostrò subito gentilissimo e premuroso, e aveva subito capito che cosa volevo da lui, infatti quando mi propose un giretto per il resort, per 'farmi vedere la struttura', lo fece con uno sguardo che non lasciava spazio a malintesi e che io ricambiai con uno altrettanto inequivocabile...
Il mio nuovo, giovane amico di sicuro conosceva il posto a menadito, perché in pochi minuti mi ritrovai da sola con lui in un angolo appartato, da dove potevo sentire le onde del mare contro gli scogli ma, allo stesso tempo, riparato e nascosto alla vista; appena rimasti soli, mi ritrovai come circondata dal suo corpo, sovrastata dal suo enorme fisico massiccio, che mi stringeva a sé mentre io, con la mano, già gli stringevo l'arnese, che diventata di secondo in secondo sempre più grosso. I baci che ci scambiammo furono pieni di tutta la voglia di rivalsa verso mio marito, volevo fargliela pagare per bene, a cominciare da un sensualissimo lavoro di bocca, che non tardai a far provate ad Edward, inginocchiandomi al suo cospetto e tirandogli fuori un pezzo di carne enorme, come mai ne avevo gustati. Nemmeno nella mia gioventù, trascorsa tra festini e incontri occasionali, avevo visto nulla di simile, né i miei preziosi dildo avevano quelle dimensioni, ma non mi lasciai intimorire e gli feci gustare la specialità della casa, usando le labbra e la lingua come meglio sapevo fare, anche se quel bastone era davvero immenso, e lavorarselo era un'impresa ardua. Edward si dimostrò dolcissimo e mi lasciò campo libero, evitando di spingermi la testa tra le sue cosce e dandomi il tempo di bagnarglielo per bene, con calma, facendoglielo divenire di marmo; quando ne ebbe abbastanza, però, mi tirò su con decisione e mi prese in braccio, tenendomi per il sedere mentre io, con la mano, gli guidavo il membro dentro la mia dolce fessura, che già grondava i suoi succhi, ben sapendo cosa stava per accadere...
In balia di quello stallone, che come se nulla fosse mi alzava e abbassava sul suo uccello, ogni volta trafiggendomi in profondità, mi sembrò di tornare al mio periodo universitario, anche se mai fui presa con così tanta foga e potenza: altro che Andrea, con il quale mai avevo sperimentato quella posizione e che, nonostante tutto il suo impegno, era lontano anni luce dal sapermi regalare le sensazioni che quello spropositato arnese mi stava dando. I muscoli delle braccia di Edward, già possenti di suo, erano sempre più grandi, con le vene ben in evidenza, man mano che mi pompava, e il sudore iniziava a colargli sul petto, appiccicandosi anche al mio corpo e facendoci quasi diventare una cosa sola... Le mie grida di piacere erano trattenute sempre più a fatica dalla sottoscritta che, appesa al collo di Edward, tentava invano di tapparsi la bocca, il tutto mentre gli orgasmi si susseguivano uno dopo l'altro, senza sosta, e tutti capaci di farmi girare all'indietro gli occhi, ormai in estasi totale. Il mio giovane amante, però, era umano e, sebbene sia minuta e leggera, dopo un po' mi mise a terra, lasciandomi scossa da brividi di piacere, tanto da rimanere malferma sulle gambe, non per molto però, perché avevo bisogno di sedermi, e quale posto migliore della faccina da angelo di Edward? Lo feci sdraiare e gli offrii la mia delizia direttamente da sopra di lui, con il mio adone color ebano che non si fece pregare due volte e, con le sue carnose labbra, degustò a sazietà quello che gli offrivo tra le mie gambe, fino a quando volli riavere dentro la sua verga, ancora bella dritta davanti a me; prima mi chinai verso il suo bastone, per un succulento sessantanove, cercando di affondare quanto più potevo le mie labbra attorno a quella mastodontica asta, il che glielo fece diventare ancora più di legno, poi mi ci accovacciai sopra, sentendo lentamente ogni centimetro che mi scivolava, inesorabile, dentro. La sensazione di avere tutto per me il suo membro, e che era completamente al mio interno, visceralmente mio, fu unica, e ogni volta che, dopo essermelo sfilato quasi del tutto, me lo ricacciavo dentro di prepotenza, quella sensazione non faceva che aumentare, provocandomi orgasmi su orgasmi, che bagnarono completamente il ventre del povero Edward, alle prese con una donna che, quella sera, si era trasformata in una piccola fontanella del piacere.
Dopo tanto piacere, volli far esplodere di godimento il ragazzo, ricambiano tutto il divertimento che mi aveva provocato, allora mi tolsi e gli lavorai di nuovo la verga con la bocca, velocemente e succhiando più forte che potevo, mentre con le mani lo masturbavo altrettanto rapidamente, fino a quando il buon Edward non proruppe in un orgasmo leggendario, che mi sporcò il viso, il collo e il décolleté, oltre a riversarsi sui suoi addominali, contratti per il piacere. Improvvisamente mi venne in mente la perfetta vendetta contro Andrea, che ancora dormiva beatamente in camera: presi il telefono e mi feci una foto in primo piano, tutta sporca, con accanto il membro di Edward, ancora dritto, che mi partiva dal mento e arrivava fin oltre la mia fronte... Questa bella foto gliela mandai il giorno dopo direttamente dall'aeroporto mentre, rientrando prima in Italia, lui stava ancora ronfando a letto, ignaro che ero tornata in camera, messo due cose in valigia e uscita, direzione Milano, dando un taglio definitivo alla nostra relazione malata: grazie, Bahamas, e grazie Edward, per avermi ispirato il miglior passo della mia vita!

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